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Le colonne sonore hanno sempre avuto un ruolo speciale per me, non solo come ascoltatore, ma anche come compositore. Ho avuto il privilegio di scrivere musiche per documentari e cortometraggi, un’esperienza che mi ha fatto comprendere ancora più a fondo il potere evocativo della musica nel racconto per immagini. Collaborare con registi e sceneggiatori è un viaggio affascinante: trasformare idee, emozioni e visioni in suoni capaci di amplificare la narrazione è una sfida tanto complessa quanto entusiasmante.
Per questo motivo, ho voluto dedicare un articolo alle colonne sonore che più mi hanno colpito, quelle che considero esempi straordinari di come la musica possa dare vita a un film, arricchendolo di sfumature e significati nuovi.
Quando si parla di colonne sonore, c’è sempre un qualcosa di estremamente personale e soggettivo. Certamente la musica del cinema ha il potere di evocare emozioni profonde, e ogni spettatore avrà le sue preferenze. Questa è la mia selezione, ovviamente incompleta e dettata da ricordi, sensazioni e scelte artistiche che mi hanno colpito particolarmente. Ma queste 5 colonne sonore sono, a mio parere, fra le più poetiche ed evocative nella storia del cinema.
- C’era una volta in America – Ennio Morricone
La colonna sonora di C’era una volta in America è un vero e proprio affresco sonoro, capace di amplificare la narrazione visiva e darle una profondità emotiva unica. La musica di Morricone trasforma il film di Sergio Leone in un’epopea greca, evocando il tempo che scivola via e i legami indissolubili, ma anche il tradimento e la solitudine. Ogni tema sembra fare da ponte tra la memoria e il presente, immergendo lo spettatore in un mare di nostalgia e di passione che trasuda da ogni nota.
- Il Postino – Luis Bacalov
Una musica struggente e delicata, che sembra salutarci affettuosamente, come se fosse un addio dolce e malinconico. Bacalov, per Il Postino di Michael Radford, ha scritto una delle colonne sonore più toccanti e intime del cinema. La sua melodia evoca il mondo dell’isola e della poesia, incorniciando la storia d’amore tra il postino e la donna amata, ma anche la riflessione sulla bellezza della vita e sulla sua fugacità. La tristezza che permea le sue note si tinge di un senso di abbandono e speranza, che tocca il cuore ogni volta che la ascoltiamo.
- Les Parapluies de Cherbourg – Michel Legrand
Le musiche per Les Parapluies de Cherbourg, film di Jacques Demy, sono tra le più raffinate mai scritte per un film. Michel Legrand riesce a intrecciare l’eleganza della musica francese con la dolcezza di un amore che sembra destinato a non essere. Ogni nota è un’onda che avvolge, rassicura, ma anche un po’ ferisce, accompagnando la vicenda di un amore giovanile che sfida il destino. Le orchestrazioni morbide e le melodie senza tempo danno un sapore di nostalgia e di eterna bellezza a una delle storie più poetiche del cinema.
- Eyes Wide Shut – Autori vari
In Eyes Wide Shut, Kubrick sceglie una colonna sonora che è fatta di brani non originali, ma che lo stesso sono diventati, per i più, indissolubilmente legati alle immagini del film. La scelta di Ligeti e Shostakovich è perfetta: la “Musica Ricercata” con il suo lento e minaccioso incedere, che crea un’atmosfera misteriosa e inquietante, ci guida in un mondo notturno fatto di ossessioni e sospetti. Il valzer dalla Jazz Suite di Shostakovich, quasi a contrasto, richiama la normalità quotidiana di una coppia, ma anche la fragile apparenza di una vita borghese che nasconde il tormento interiore. Ogni brano diventa simbolo di una diversa dimensione, di una diversa faccia della stessa realtà.
- Pensavo fosse amore… invece era un calesse – Pino Daniele
La malinconica e appassionata “Quando” di Pino Daniele, scritta per il film Pensavo fosse amore… invece era un calesse, è un pezzo che colpisce nel profondo. La canzone racconta l’amore in tutte le sue sfumature: la passione, la delusione, la tristezza. La musica diventa quasi la voce interiore del protagonista, un’amara consapevolezza di come l’amore possa prendere direzioni inaspettate, dolorose, ma anche liberatorie. La semplicità e l’intensità del brano esprimono un sentimento di abbandono, ma anche un riscatto, mentre il film di Troisi tocca corde universali e personali.
Ognuna di queste colonne sonore è una riflessione sulla condizione umana, sui suoi sogni, dolori e speranze. La musica, come il cinema, è capace di attraversare il tempo e lo spazio, di rendere universali storie e sentimenti, e di farci sentire, anche solo per un momento, più vicini alla nostra anima.
Pier Francesco Forlenza:
pianismo senza confini, tra tradizione e innovazione
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Commenti
Una risposta a “Le 5 colonne sonore più poetiche ed evocative nel cinema”
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