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Mi piace concepire la musica non come fine, ma come veicolo di
conoscenza interiore
, un mezzo attraverso cui accedere a livelli più
profondi di consapevolezza. Sia per chi suona che per chi ascolta.

Partendo dalle radici della mia formazione classica, mi piace
costruire i concerti come narrazioni sonore che abbracciano
tradizione e innovazione e uniscono linguaggi diversi:
dall’improvvisazione alla world music, fino alle suggestioni delle
colonne sonore.

Il mio desiderio è accompagnare il pubblico in un viaggio musicale
inaspettato
, dove le esecuzioni sono il punto di partenza di un
processo interiore, diverso per ogni ascoltatore.

Perché la musica è molto più che suono: è relazione.

Emozione
Eleganza
Versatilità

il mio stile

Sono un pianista classico, profondamente legato ai compositori che hanno tracciato sentieri di pura bellezza: Chopin, Beethoven, Rachmaninov, Ravel, Debussy. Ogni loro opera è un richiamo alla profondità dell’animo umano, una possibilità di conoscenza ulteriore.

Accanto a questa eredità, sento il bisogno di spingermi oltre, di costruire programmi che riservino sempre un elemento di sorpresa: aperture all’improvvisazione, incursioni in territori diversi, l’aggiunta del live electronics, che apre nuove dimensioni sonore.

Ogni programma diventa un viaggio di scoperta e rivelazione, per chi suona e per chi ascolta.

Porto nella musica molte delle mie esperienze personali: occupano un posto importante la pratica di varie arti marziali, della meditazione e dello yoga Kundalini, gli studi di antropologia e l’incontro con il teatro di Grotowski.
Elementi a cui mi ispiro quando scrivo musica, quando suono e anche quando insegno ai giovani musicisti.

alma musica

Perché la musica è nutrimento.
Mi piace la parola Alma, che sa di anima e che in latino significa nutriente, che fa crescere, che dà vita.

Come il cibo per il corpo, la musica dà forza alla mente e allo spirito.

Sostiene, ispira e rigenera.

Dalla musica classica a quella contemporanea, senza confini stilistici.

Una musica che tocca le corde dell’anima, perfetta per eventi di alto livello.

percorso professionale

Pianista e compositore materano, milanese d’adozione, ha debuttato a 11 anni, suonando in récital e con orchestra al «Palau de la Musica» di Valencia, Conservatoire Royal di Bruxelles, Società dei concerti e Serate musicali di Milano, Ravello Festival, con l’orchestra della Transylvania, la Filarmonica «Oltenia» di Craiova, il Liepaja Piano Stars Festival, che ha inaugurato suonando il terzo concerto di Rachmaninov.

Si è esibito con direttori d’orchestra e strumentisti come Wojciechowsky, Bufalini, Cassard, Mega, Lomuto, Dulbecco, ensemble Tetraktis.

È stato vincitore di numerosi concorsi, fra cui il Premio «Kawai», quelli di Stresa, Messina, Osimo, Firenze, del «Viotti-Valsesia», del concorso «Ismez», del «Premio Veio».

È stato semifinalista ai concorsi «F. Busoni» di Bolzano e «Reine Elizabeth» di Bruxelles.

Vincitore a 22 anni dei concorsi a cattedre di pianoforte, musica da camera e lettura della partitura, è stato il più giovane docente di ruolo nei conservatori italiani. 

Fondamentali sono stati, nel corso degli anni, gli incontri con Franco Donatoni e con Franco D’Andrea, con i quali ha approfondito lo studio della composizione e del linguaggio jazz più radicale. Ha composto la colonna sonora dei film «Ho visto Charlie Chaplin», vincitore del premio «Energheia Cinema», «La vita è altrove» e «Centosanti» di Roberto Moliterni. Ha effettuato registrazioni per la casa discografica «Tactus», per Radiotre e Rai 5.

Ha scritto per il volume Design of the Unfinished, pubblicato da Springer nel 2021, il capitolo dal titolo The Polysemantic Nature of Music, dove affronta con Michael Jennings il tema delle connessioni fra musica, architettura e design.

Insegna pianoforte al Conservatorio «Giuseppe Verdi» di Milano.

Pier Francesco Forlenza:
pianismo senza confini, tra tradizione e innovazione